Il termine adattogeno, originariamente introdotto alla fine degli anni ’40 nell’Unione Sovietica e solo recentemente accettato come concetto teorico dalla FDA negli Stati Uniti, si riferisce a una sostanza che rende l’organismo capace di adattarsi a una situazione stressante. Nello specifico, gli adattogeni sono dei regolatori metabolici derivati dalle piante che aumentano la capacità dell’organismo di adattarsi allo stress esterno, prevenendo così i possibili danni derivanti da tale stress. Si tratta di sostanze spesso utilizzate da molto tempo nella medicina tradizionale di vari paesi, e che hanno, ad esempio, un ruolo importante nel rafforzamento del sistema immunitario. Per essere considerata adattogena, una sostanza deve effettivamente aumentare la resistenza dell’organismo agli agenti esterni dannosi, indipendentemente dalla natura di tali agenti ed essendo il più possibile innocua per le altre funzioni dell’organismo.
Spesso gli adattogeni, come il ginseng, vengono erroneamente classificati come stimolanti; vi è però un’importante differenza nella farmacodinamica dei due tipi di sostanze. Quando si assume uno stimolante, infatti, la capacità mentale e fisica aumenta in modo marcato per un certo periodo, ma successivamente diminuisce in modo altrettanto marcato rispetto al livello medio delle prestazioni. Assumendo un adattogeno, invece, dopo il picco le prestazioni diminuiscono in modo meno marcato fino a tornare al valore base, senza mai mostrare un abbassamento.
Gli adattogeni possono essere divisi in cinque categorie: immunostimolanti, che rinforzano il sistema immunitario; nootropici, che migliorano le funzioni cerebrali; anabolizzanti, che attivano il metabolismo; tonici, che migliorano le prestazioni di un organo o apparato, e infine geriatrici, che hanno un’azione specifica nel trattamento delle persone anziane. Naturalmente, la maggior parte degli adattogeni rientrano in più di una categoria, avendo dunque un’azione trasversale su diversi sistemi.
Esempi di integratori adattogeni
Ginseng
Un adattogeno originario della Cina e della Corea, ma attualmente molto utilizzato anche in occidente è il Ginseng, le cui radici essiccate vengono utilizzate per la preparazione di integratori e preparati medicinali. Si tratta di un adattogeno di natura tonico-anabolizzante, ma che ha dimostrato negli animali la capacità di prevenire l’immunosoppressione indotta dallo stress. Viene utilizzato anche nel trattamento dell’anemia e dell’ipotensione, ma è controindicato nei casi di emorragie o malattie cardiovascolari. L’azione del Ginseng può essere considerata analoga a quella dei corticosteroidi; sembra che ciò sia responsabile delle proprietà adattogene di questa pianta, in accordo con il ruolo che gli ormoni prodotti dalla ghiandola surrenale svolgono nei processi di adattamento allo stress. Tale analogia ha però un riscontro negativo: sul lungo periodo, infatti, l’utilizzo del Ginseng può causare effetti collaterali simili a quelli dati dai corticosteroidi; per questo motivo non è raccomandato un uso per un periodo di tempo superiore a 3 mesi.
Eleutero
Un altro adattogeno di natura immunostimolante è l’Eleutero, detto anche Ginseng siberiano. Si tratta di un arbusto spontaneo che cresce in Cina, Corea e Siberia, del quale vengono utilizzate le radici essiccate. Essendo più economico del Ginseng, spesso viene utilizzato come succedaneo dello stesso. A differenza del Ginseng, però, non sono stati fatti molti studi sulla sua efficacia, e il suo meccanismo d’azione è ancora largamente ignoto. Così come il Ginseng, anche l’Eleutero dovrebbe essere utilizzato al massimo per tre mesi, e dovrebbe inoltre essere evitato il suo utilizzo in concomitanza al trattamento con stimolanti, farmaci antipsicotici e ormoni. Non deve inoltre essere assunto da coloro che soffrono di disturbi mentali come la schizofrenia.
Rodiola
La Rodiola, una pianta originaria delle zone settentrionali dell’emisfero boreale, è un’altra pianta la cui azione immunostimolante è ormai assodata: si dice che in Siberia venisse somministrata alle coppie di sposi per permettere loro di avere bambini sani, e infatti è proprio in Unione Sovietica che questa pianta è stata studiata per la prima volta negli anni ‘60. La Rodiola agisce sul sistema nervoso centrale, aumentando l’attività serotonergica e migliorando così la concentrazione, la lucidità e la memoria. È inoltre indicata nel trattamento dello stress e della debolezza muscolare, e permette di ridurre la fase di recupero degli atleti dopo un infortunio.
Ashwagandha
Infine, un’azione immunostimolante è stata attribuita anche all’Ashwagandha, detta anche Ginseng indiano. Si tratta di una radice utilizzata tradizionalmente nella medicina Ayurvedica, ovvero la medicina tradizionale indiana, per prevenire le malattie negli atleti e negli anziani. Anche in questo caso, però, non sono ancora disponibili degli studi che ne chiariscano l’efficacia e il meccanismo d’azione; sono però noti i composti biologicamente attivi presenti nella radice, tra cui figurano alcuni composti simili al cortisolo. Anche questa pianta, dunque, potrebbe avere un’azione simile a quella del ginseng. Uno studio clinico in doppio cieco ha inoltre mostrato come possa contribuire al miglioramento del profilo ematologico e della colesterolemia.
Anche particolari infusi, come quello di olivo, contribuiscono a regolarizzare la pressione del sangue con benefici sia per il sistema cardiovascolare sia per chi soffre di ipertensione e diabete grazie ai polifenoli contenuti e alle proprietà antiossidanti.