I sintomi di un metabolismo lento possono essere molteplici e variegati; questi sintomi difficilmente vengono ricondotti alla causa che li genera in prima istanza: perchè questo sia possibile è necessario il consulto con uno specialista qualificato ed un monitoraggio attento delle proprie condizioni di salute. Ma quali sono questi sintomi che, quando si presentano insieme, possono far presagire di trovarci in presenza di un metabolismo lento? Scopriamolo insieme.
Metabolismo lento: cosa provoca
Un soggetto che soffre di metabolismo lento e ne subisce gli effetti sull’organismo, inizia a manifestare un continuo senso di stanchezza che si associa ad un generale senso di debolezza agli arti e alla difficoltà a compiere gesti che mettano maggiormente sotto sforzo il corpo. L’acuirsi della sensazione di gonfiore addominale, inoltre, rappresenta un altro importante indicatore di questa condizione, che spesso riversa i suoi effetti proprio nella motilità intestinale e nell’accumulo di gas.
A questi sintomi, già di per sé fastidiosi possono associarsi altri problemi; gli stati di ansia sempre più frequenti e difficili da controllare, ad esempio, sono un altro effetto conseguente ad un metabolismo che non funziona correttamente. Il problema di questo genere di disturbi è che si tratta di problematiche che afferiscono principalmente alla sfera funzionale, ovvero che non sono precisamente diagnosticabili attraverso degli screening clinici o le analisi del sangue comuni e che non presentano particolari evidenze a livello clinico.
Eppure questi sintomi, se iniziano a presentarsi con frequenza e associati tra loro, possono essere un campanello d’allarme, utile ad individuare nel metabolismo lento, la causa del problema.
Effetti di un metabolismo lento: come riconoscerli
Un metabolismo che non funziona correttamente sfocia in una serie di problematiche comuni a tutti i soggetti che ne sono affetti e la principale è proprio la modifica inspiegabile della composizione corporea, che si altera evidentemente anche se il soggetto mantiene lo stesso stile di vita e il medesimo regime alimentare di sempre.
Un metabolismo lento provoca inoltre una riduzione piuttosto importante della massa muscolare, in favore della massa grassa e, spesso, quelli che nei casi più lievi sono solamente disturbi quotidiani, arrivano a diventare delle vere e proprie patologie conclamate, per le quali è necessaria una accurata diagnosi medica e una conseguente terapia.
Cosa può fare uno specialista qualificato?
Un diagnosta che conosca perfettamente la materia, è in grado di occuparsi della valutazione corretta del metabolismo e del suo funzionamento, individuando alterazioni e criticità. Uno specialista del campo è in grado di indagare approfonditamente le sintomatologie manifestate dal paziente e di valutare l’incidenza dei sintomi vaghi nel loro complesso, accertandone la natura ed escludendo problemi alla tiroide. Questo screening e la conseguente diagnosi, possono essere effettuati attraverso un’analisi strumentale definita impedenziometria: scopriamone insieme le caratteristiche.
L’analisi impedenziometrica per valutare il metabolismo
L’analisi impedenziometrica si effettua mediante l’applicazione di una serie di elettrodi alle mani ed ai piedi; il soggetto viene percorso da una scarica elettrica a bassissimo voltaggio, che non reca alcun danno alla salute ma consente al software dell’apparecchiatura d’analisi di individuare una serie di elementi utili alla diagnosi. I parametri che vengono evidenziati dall’apparecchiatura sono ovviamente riferiti alla quantità di muscoli e grassi presenti nell’organismo, ma hanno implicazioni anche nel sistema immunitario.
L’intervento dello specialista può configurarsi come un’integrazione del piano alimentare del paziente, con un piano personalizzato.
Riattivare il metabolismo
La premessa fondamentale che è necessario fare è che il nostro corpo consuma la maggior parte delle sue energie solo per restare attivo, grazie al metabolismo basale, in grado di consumare il 75 per cento del fabbisogno giornaliero di una persona. Per migliorare il metabolismo basale è importante inserire nella propria routine quotidiana la pratica di un qualsiasi sport o, più in generale, l’esercizio fisico.
Ma la riattivazione del metabolismo passa anche per la modifica delle proprie abitudini alimentari; è importante dedicare il giusto tempo alla colazione, preferendo alimenti proteici ai classici zuccheri; le uova, ad esempio, possono essere consumate sino a 4 o 5 volte alla settimana.
Una tecnica per ridurre il senso di fame è concentrare il proprio organismo sul respiro. Tre o quattro respiri profondi quando si avverte il senso di fame possono aiutare a regolarizzarlo ed attutirlo. Un altro aspetto importante da considerare è quello che riguarda la frequenza dei pasti: meglio mangiare poco e spesso che dedicare un solo momento della giornata al pasto, correndo il rischio di abbuffarsi.
20 cibi brucia grassi consigliati
- Aglio
- Agrumi
- Alghe
- Ananas
- Broccoli
- Cacao amaro 85%
- Cannella
- Cereali integrali
- Curcuma
- Curry
- Infuso di foglie d’olivo
- Mele
- Mirtilli
- Noci
- Peperoncino
- Salmone
- Semi di lino
- Tè verde
- Uva nera
- Zenzero